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4 ottobre 2006

Analisi delle situazioni di tiro
e delle posizioni dell'animale
(libera traduzione da "Shot selection and placement"
Luke Strommen - Huntingnet Staff)

La principale qualità di un cacciatore con l’arco "responsabile" è la conoscenza del tipo di tiro da effettuare e l'individuazione del momento in cui effettuarlo. Ma non è solo questo ciò che conta perché qualità altrettanto importante è quella di avere la sensibilità di sapere quando NON si deve effettuare il tiro ed avere la forza di rinunciarvi.

Le informazioni che seguiranno ci aiuteranno per capire quando è il momento per il tiro e quando dobbiamo (dovremmo) rinunciarvi.

La scelta che ogni cacciatore deve fare è semplice solo in apparenza; ci sono momenti , dove, sotto l'effetto dell’adrenalina, diventa difficile fare una scelta ragionata oppure ci soo situazioni in cui l’occasione per il tiro dura solo pochi istanti ed in quei frangenti diventa veramente difficile effettuare la scelta migliore.

Se dovessimo stabilire delle regole, la prima sarebbe sicuramente quella di essere assolutamente certi del proprio bersaglio e di cosa c’è oltre il bersaglio; ciò corrisponde alle più normali regole di sicurezza; vediamo ora in dettaglio le situazioni che possiamo incontrare a caccia e analizziamo le relative possibilità di tiro :

TIRO FRONTALE
Tiro rischioso. E’ vero che può essere letale ma le probabilità sono poche. Il rischio reale è di colpire le ossa della cassa toracica fermando o facendo deviare la nostra freccia in modo da non riuscire a ledere alcun organo vitale. In questo caso occorre avere la forza di non osare il tiro e aspettare una posizione più favorevole. Da evitare

 

TIRO VERTICALE
Tiro rischioso. Nella maggior parte dei casi si colpisce la spina dorsale o un polmone. Occorre necessariamente un tiro molto preciso in quanto l’area dove colpire è estremamente ridotta e non sono ammessi errori di valutazione. Il tiro in verticale inoltre può creare difficolta nel tracciamento nel caso non ci fosse foro di uscita o il tiro in entrata fosse particolarmente alto. Inoltre, nel caso di colpo al polmone singolo, l’animale può percorrere lunghe distanze prima di morire.
Anche in questo caso occorre attendere per avere una migliore chance di tiro.

TIRO POSTERIORE
E’ un tiro irresponsabile e non deve mai essere messo in atto; alcuni dicono che il tiro può essere molto efficace se si colpisce l’arteria femorale ma nella realtà questo tiro provoca soprattutto il ferimento dell’animale con scarsissime possibilità di ritrovamento.
Anche in questo caso occorre attendere per una migliore chance di tiro.



TIRO DIAGONALE POSTERIORE
Detto anche “quartering away”, è una grande chance per effettuare il tiro in modo assolutamente etico; il tiro è angolato e di solito si mira alla zampa anteriore opposta alla parte dove tiriamo. Se ben eseguito, il tiro colpisce gli organi vitali e consente di raccogliere la preda in tempi assolutamente brevi. Occorre tenere presente che con l’aumentare dell’angolo di tiro, minore sarà la probabilità di colpire entrambi i polmoni con tutti i problemi conseguenti; quindi anche in questo caso, evitare tiri con angoli particolarmente accentuati ed eventualmente aspettare tiri migliori.

TIRO DIAGONALE ANTERIORE
Detto anche "quartering toward" è quando l’animale è disposto diagonalmente verso di noi; è un tiro da non effettuare MAI , in nessun caso, . Le possibilità di colpire gli organi vitali sono scarsissime in quanto l’animale è protetto dall’osso della scapola. Il tiro effettuato in queste condizioni provoca un sicuro ferimento dell’animale; se proviamo il tiro dietro la scapola corriamo il rischio di colpire (male) un solo polmone provocando un ferimento.

TIRO DI SAGOMA
Questo è il tiro che ogni cacciatore con l’arco sogna di fare; un animale perfettamente di fianco offre una opportunità di tiro unica. Dove tirare può a questo punto diventare oggetto di scelta e c’è chi preferisce la zona del doppio polmone, cioè nella zona centrale, fino a 10/15cm centimetro dietro all’osso della scapola oppure chi preferisce la zona più bassa immediatamente dietro la scapola, dove si trova il cuore.
Il tiro più efficace resta comunque la zona del doppio polmone che ci consente di restare lontani dalla scapola (incubo di molti) offrendo una zona dove colpire più ampia e quindi più sicura.
Inoltre, il colpo al doppio polmone provoca una fine rapida ed etica e in molti casi, contrariamente a quanto potrebbe sembrare, risulta più efficace di un tiro al cuore.
Come detto in precedenza il tiro di sagoma offre minori possibilità di errore, infatti un errore di valutazione verso l’alto ci farà colpire la spina dorsale mentre un errore verso il basso ci farà colpire il cuore; un errore di valutazione laterale ci farà colpire rispettivamente o l’osso della scapola con possibilità di sfondarlo (dipende a chi tiriamo) penetrando il polmone, oppure il fegato con danni altrettanto irreversibili.

TIRO IN MOVIMENTO
Molte sono le valutazioni che si possono fare in un tiro in movimento ma nessuna di queste è tanto valida da giustificare il tiro. Un errore di valutazione della velocità del bersaglio può tradursi in un tiro sbagliato o peggio in un ferimento dell’animalecon una improbabile quanto complessa ricerca. Se capita l’animale in movimento, invece di farsi prendere dall’adrenalina che scorre nel nostro corpo cerchiamo di ragionare e fare qualcosa di intelligente come ad esempio un semplice schiocco della lingua o un secco richiamo con la bocca per cercare di fermare l’animale per il tempo necessario ad effettuare il tiro. Da non fare MAI.

TIRO “SPORCO”
In nessun modo deve essere eseguito il tiro se non abbiamo la certezza dell’assoluta puliziadella traiettoria; un piccolissimo ramo, apparentemente invisibile può deviare la freccia quel tanto che basta per farci sbagliare o peggio, ferire un animale.
Se facciamo una caccia da appostamento cerchiamo di individuare le probabili traiettorie e facciamo “pulizia” per cercare di eliminare tutte le interferenze possibili; ricordiamoci ulteriormente che all’imbrunire i piccoli rami che sono normalmente visibili alla luce del giorno tendono a sparire dalla nostra vista con tutti i problemi relativi.

TIRO NEL BRANCO
Evitiamo di tirare finchè l’animale non si trovi isolato o almeno in posizione di sicurezza rispetto al branco; il rischio di sbagliare e ferire l’animale immediatamente dietro è molto elevato; gli animali in branco si muovono in continuazione e spesso con movimenti improvvisi e senza apparente motivo. Questo comportamento crea una situazione di insicurezza nel tiro almeno fino a quando l’animale da noi individuato non si isola.

TIRO “APERTO”
E’ quello che si definisce un tiro ad un animale senza avere la percezione di dove finirà la freccia in caso di tiro errato; è il caso classico del tiro effettuato da terra verso un animale in cima ad un crinale o in ogni caso in luoghi dove non c'è la possibilità di vedere cosa c’è oltre.
Non si parla di tiro non etico ma bensì di “tiro scellerato” in quanto può mettere seriamente a repentaglio l’incolumità di ignare persone (non necessariamente cacciatori) che vengano a trovarsi casualmente dietro al bersaglio.

TIRO AD ANIMALE SDRAIATO
Può capitare di trovarsi a tu per tu con un animale sdraiato; i vantaggi sono notevoli perché di solito l’animale non è allertato, è rilassato e non percepisce la nostra presenza ma spesso capita esattamente il contrario e cioè i nostri sguardi si incrociano e spesso restiamo “congelati” guardandoci per un breve periodo entro il quale dobbiamo prendere una decisione che non sempre risulta semplice.
Il tiro su di un animale sdraiato può essere etico ed efficace ma anche in questo caso,la posizione dell’animale fa la differenza quindi, tutti i tiri sopradescritti quali il tiro davanti, dietro, di sagoma o in diagonale vanno valutati in modo identico.
Occorre forse aggiungere che un animale sdraiato è di solito leggermente ripiegato da un lato e quindi il nostro tiro, se confrontato con un tiro su animale in piedi, presenterà un foro di entrata e di uscita leggermente diversi, molto probabilmente più alto di quanto solitamente colpiamo.
Il tiro su un animale sdraiato è in ogni caso un tiro di non semplice esecuzione e se ci si sente “non sicuri” circa la posizione assunta dall’animale abbiamo unicamente due alternative: avere l’onestà di rinunciare al tiro oppure cercare di alzarlo facendo qualche rumore con la bocca, tirando un piccolo sasso o altro nella sua direzione, ma sempre cercando di non creare reazioni di allarme.

CONCLUSIONE

Ogni cacciatore con l’arco deve essere in grado di valutare il momento giusto in cui eseguire il tiro considerando anche la possibilità di non effettuare il tiro. E’ altrettanto vero che spesso, la possibilità di tiro si realizza in pochi secondi e non sempre ci sono le condizioni prisofisiche ideali per prendere decisioni in tempi così brevi; spesso si tira perchè è l'unica possibilità della giornata.
Non c'è niente di peggio
.

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